L’origine del Persi Pien, ricetta tipica piemontese, non è certa. Di certo è nata nelle case contadine, piatto tipico con cui si festeggiava Ferragosto e immancabile nelle merende sinoire. L’insieme dei suoi ingredienti fa parte del bagaglio “gustativo” di ogni piemontese a cui non si potrà mai rinunciare. Ma quando compaiono le prime ricette?
Sebbene un primo accenno si possa ritrovare nell’Art usi, si deve ad una donna l’aver fatto conoscere la bontà dij Persi Pien: Ada Boni nel 1929 con il suo libro “Il talismano della felicità“:
Per sei persone: pesche di media grandezza, 7 – Zucchero, 2 cucchiai colmi – Burro, g. 30 – Amaretti, 4-5 – tuorlo d’uovo.
Risciacquate le pesche, asciugatele, dividetele in due senza sbucciarle, e togliete l’osso. Scavate un po’ di polpa dall’interno, mettetela in una terrinetta e schiacciate la polpa estratta, aggiungendo ad essa anche un’altra pesca sbucciata. Se le pesche sono a polpa tenera basterà schiacciare la polpa con una forchetta; se sono invece pesche a polpa dura converrà pestarle nel mortaio o tritarle sul tagliere. Uniteci lo zucchero, il burro, gli amaretti frantumati e il rosso d’uovo.
Mescolate, e poi riempite con questo composto le pesche, dando loro bella forma con la lama di un coltello. Ungete abbondantemente di burro una teglia in cui le pesche possano stare comodamente in un solo strato, e mettete la teglia in forno moderato per circa un’ora.
Le pesche alla piemontese, che sono veramente squisite, possono essere servite tanto calde quanto fredde.”
Un altro importante libro è è “Nonna Genia” di
“Dosi per 5 persone: dieci pesche di vigna – tre cucchiai di zucchero – cinque amaretti – due tuorli d’uovo – due cucchiai di cacao – quattro gherigli di pesca – burro
Si prendono le pesche di vigna e, dopo averle lavate ed asciugate, si aprono a metà, senza sbucciarle. Con un cucchiaio si asporta, con il nocciolo, un po’ di polpa su ciascuna delle due parti. Su un tagliere si trita finemente tale polpa e vi si aggiunge dello zucchero, amaretti sbriciolati, tuorli d’uovo, cacao e alcuni gherigli degli stessi noccioli delle pesche tritati fini.
Si forma un amalgama e si riempiono con questo composto le pesche, dando loro bella forma con una lama di coltello. Si spruzza con amaretti pestati finemente; si mettono dei fiocchetti di burro sulle pesche; si unge abbondantemente una teglia di terracotta con burro e si inforna per circa un’ora. Si servono calde o tiepide, mai fredde.”
LEGGI “VAUDA, IL PAESE DEL PERSI PIEN” dal “Diario Goloso” di Silvana Delfuoco
Desidero condividere con voi un’altra ricetta scritta in piemontese tratta dal libro di Camillo Benso “Ricettario di cucina piemontese” e sotto trovate anche il link alla mia ricetta passo-passo… Buona merenda!
Persi Pien
Tajè an mes 6 persi gròss men tròp madur, gaveje l’òss e na fris ‘d polpa dantron al creus lassà da l’òss. La polpa gavù butela andrinta a na tarin-a amse,a a la polpa ‘d n’autr persi, sgnaché ‘l tut da bin con na forciolin-a tant da fé na pasta. Campeje ansema 4 cuciar ëd sùcher, n’etto d’amarèt sfrisà, 30 gramma ‘d butir, un cuciar ëd cacào e un ross d’euv. Toiré tut da bin ampinì con cola pasta ij creus dij persi. Ambutiré da bin un tian da forn e soagneje andrinta ij persi pien e buteje ante ël forn a cheuse a feu moderà për 30 o 40 minute, conforma la qualità dij persi. Laseje sfreidé e ancapleje con na sofia ‘d fiòca (an volgar “panna”) e sùcher vanilià.
Pesche ripiene
Tagliate a metà sei pesche grosse, non troppo mature, togliete l’osso e un po’ di polpa. La polpa levata, mettetela in una fondina insieme alla polpa di un’altra pesca, schiacciate bene con una forchetta fino a farne una pasta. Aggiungete quattro cucchiai di zucchero, un etto di amaretti sbriciolati, trenta grammi di burro, un cucchiaio di cacao e un rosso d’uovo. Rimestate tutto e riempite le pesche con la pasta ottenuta. Imburrate un piatto da forno, disponete le pesche ripiene e lasciate cuocere per trenta – quaranta minuti (a seconda della qualità delle pesche). Toglietele dal forno, lasciate raffreddare e guarnite con panna e zucchero vanigliato.
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