“Posso resistere a tutto tranne che alla tentazione.”
(cit. Oscar Wilde)
Quante volte non avete resistito ad un altra fetta di torta o cioccolatino? Che cosa vi ha portato a quella scelta? Dipende dai sistemi di autocontrollo….
I due sistemi dell’autocontrollo
Ogni giorno siamo chiamati a scegliere tra il perseguire un obiettivo a lungo termine o lasciarsi guidare dagli impulsi. Diversi sono stati i modelli formulati su come agisca l’autocontrollo e su quali fattori lo favoriscano. Tra questi sembrano essere particolarmente utili “i modelli a due sistemi“, soprattutto quello teorizzato nel 2004 dagli psicologi Fritz Strack e Roland Deusch dell’Università di Würzburg. Il loro modello presuppone due sistemi di rielaborazione dell’informazione: uno impulsivo e uno riflessivo, entrambi con caratteristiche ben specifiche.
Il sistema impulsivo
Il sistema impulsivo è quello che parte in automatico. Governato dalla ricerca di soddisfacimento immediato, è quello che si innesca esplorando l’ambiente attraverso i sensi alla ricerca di stimoli di piacere (come la fetta di torta di cioccolato). Le energie coinvolte in questo sistema sono molto basse.
La forza di questo impulso può variare in base a diversi fattori come la personalità dell’individuo, i suoi bisogni (fame e sazietà), i suoi stati di necessità o le sue esperienze precedenti.
Data la natura di questo sistema, non è quindi un caso che l’area cerebrale deputata sia proprio il sistema limbico, in particolare l’amigdala, sede delle emozioni.
Il sistema riflessivo
Il sistema riflessivo, invece, entra in gioco quando abbiamo obiettivi a lungo termine ed è governato dai meccanismi di deduzione e pianificazione.
In questo caso, mettiamo in campo variabili quai il tempo e la memoria operativa che ci permettono di “progettare nel futuro”, capacità che si acquisisce crescendo (i bambini non sono ancora in grado di farlo). E’ chiaro che in questo caso, il dispendio di energia e risorse necessario sia molto più alto rispetto al primo sistema. Parlando di memoria operativa, le aree cerebrali deputate sono principalmente le zone corticali.
Esiste anche una precisa differenza su cosa può far variare la forza di questa scelta: può dipendere da quanto ci identifichiamo con gli obiettivi a lungo termine fissati, da quanto siano chiari nella nostra memoria e dalla capacità di spezzettare in tappe più piccole questi stessi obiettivi.
Energia per l’autocontrollo
A parte i possibili fattori influenzati dei due sistemi, cosa può sensibilmente ostacolare o favorire l’autocontrollo?
Sembra, da numerosi studi, che stress e sforzi contribuiscano in modo significativo alla perdita di controllo. In particolare, dalle ricerche di Baumeister e colleghi alla Florida State University, si è rilevato come l’autocontrollo necessiti di un’energia mentale che può esaurirsi proprio come succede con quella muscolare. Quindi, dopo aver sostenuto uno sforzo rilevante e stressante, come ad esempio un colloquio di lavoro, saremmo più inclini alla perdita di controllo davanti a cibi succulenti e particolarmente energetici.
Tentazioni al cioccolato
Proprio alla luce della teoria di Baumeister e colleghi, è molto interessante e indicativo l’esperimento da loro condotto nel 2003, il “test del biscotto” (l’ho chiamato così!).
Il test prevede due gruppi (più uno di controllo a cui non vengono dati biscotti) a cui vengono date due diverse disposizioni: un gruppo è libero di mangiare tutti i biscotti che desidera, mentre l’altro può mangiarne solo un pezzettino. Successivamente, viene somministrato ad entrambi i gruppi un rompicapo molto impegnativo e complicato. Si è visto come il secondo gruppo si arrendesse dopo pochissimo tempo (entro 8 minuti), invece il primo gruppo resistesse molto più a lungo (fino a 20 minuti). Inoltre, dopo veniva nuovamente lasciata la possibilità di mangiare biscotti liberamente (stavolta a tutte e due i gruppi): come potrete intuire, dopo aver appresso dei due sistemi di controllo, chi aveva potuto mangiare solo un pezzetto di biscotto, ha seguito decisamente il sistema impulsivo!
Questo dimostrerebbe l’ipotesi secondo cui gli impulsi si ripercuotono maggiormente sul controllo quando le risorse sono limitate e dall’altra l’importante influenza svolta dalle circostanze esterne.
Consigli utili
Sottolineando che si sta parlando di un contesto di normale funzionamento psicologico (nei casi di disturbi dell’alimentazione e simili, i meccanismi sono da ricercare diversamente), quali strategie posso mettere in atto per non cadere in tentazione?
- suddividiamo il nostro obiettivo in tappe più piccole perché sia meno frustrante e anzi, festeggiamo il raggiungimento di ogni step!
- palesa al Mondo il tuo obiettivo così da renderlo più reale e concreto
- per quanto possibile, evitare le situazioni “più a rischio” che ti porterebbero facilmente a cadere in tentazione
- aumenta la tua consapevolezza con strumenti tipo la Mindfulness, Mindful Eating ecc…
- ritaglia dei momenti per rilassarti e recuperare le energie!
Di certo il tema non si esaurisce qui, quindi vi aspetto per altri approfondimenti...
Irene
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