“Il racconto è un invito al viaggio.”
Così citava la fine di un invito ad una cena ad Ivrea al ristorante la Mugnaia… Questa frase è forse quella che ha fatto breccia nella mia curiosità: un invito ad una cena intitolata “Raccontare il cibo” promette bene.
Il Ristorante La Mugnaia penso che rappresenti bene l’incontro tra diverse realtà accomunate dall’infinita voglia di raccontare e raccontarsi attraverso il cibo.
Ragazzi giovani spinti dalla passione e dalla trasparente scelta sia nei prodotti sia nel messaggio: parole poche e sensazioni molte di quelle che non si possono “raccontare” o provare se non vivendole.
La cura nell’organizzazione e nell’accoglienza è stata incredibile di quelle che ti fanno sentire speciale, che ti fanno sentire ascoltata e partecipata. Busta con chiavetta USB per assicurarsi di non perdere informazioni utili, personale ospitale e qualità del cibo molto alta. La sorpresa di trovare volti amici con cui trascorrere una serata che mai mi sarei aspettata.
Cosa posso io aggiungere ad un locale recensito dal Gambero Rosso, dalla Repubblica e la Stampa?
La carta dei prodotti è sorprendente: carta dei vini, carta degli olli. Farine, riso, carni di prima scelta insomma un menù che parla di territorio.
E questo il concetto chiave: far vivere un racconto, una storia attraverso un piatto si può.
Le foto possono solo attrarvi, per assaporare questi piatti vi toccherà andarci di persona.
Per me il must è stato il maialino cotto nel fieno, i gnocchetti di ortica e mini croissant di sesaka friulana (ma voi la conoscevate?)
Di condivisione e conoscenza ne ho fatto la mia bandiera e lo Chef Marco Rossi penso proprio che sarà d’accordo.
Vi lascio con uno contributo dell’oste/attore/ maestro del gusto Ciro Lubrano Lavader che ha saputo divertirci e disegnare il ritratto di una parte del novo Mondo food e foodie:
“Ristorantologia”
“Non far ritornare un cliente è molto facile, dopotutto, e un cliente che non ritorna e si lamenta per qualche cosa che non ha gradito può fare strage di potenziali nuovi clienti in un batter d’occhi. Che cosa non lo fa tornare? Si è sentito trattato male, trascurato, pressato; non gli è piaciuto il cibo, ha trovato un capello (magari suo), ha litigato tutto il tempo con la sua fidanzata oppure aveva semplicemente la luna storta. Conquistare un cliente può essere questione di un dettaglio molto piccolo e stupido, come il colore delle pareti o la ruvidezza di un tovagliolo, o magari il ristorante è afflitto dal tipico difetto invisibile, cioè qualcosa che infastidisce e scaccia la clientela ma senza che la clientela se ne accorga. Forse le sedie sono scomode. Forse la colpa è di un quadro alla parete.” da “Ristorantologia” di Ciro Lubrano Lavadera
La vostra Irene vi saluta e vin invita a visitare questo ristorante che saprà deliziarvi… Chissà cosa riusciranno ad inventarsi!
2 Comments
Grazie Irene,
A presto!!!!
M
Grazie a voi! E’ stata una serata molto piacevole ed è bello conoscere persone con una passione cos’ forte come la mia! 🙂