Le raviòlas, gnocchi tipici della Val Maira e val Varaita, venivano preparati per feste come battesimi, matrimoni e fidanzamenti poiché portavano fortuna.
Non solo raviòlas…. Se c’è un piatto che amo sono gli gnocchi, rigorosamente fatti in casa e conditi con la fonduta o con il ragù. Personalmente io amo gli gnocchi morbidi, quasi che si sciolgono in bocca. Qualunque sia la loro consistenza, l’importante è che non siano quelli industriali. Gli gnocchi in casa mia si sono sempre preparati per occasioni speciali e durante le feste… Ora che sono grande e cucino, li preparo quando ne ho una gran voglia.
Una bella scoperta sono stati Le Raviòlas durante un tour nelle Valli Occitane e mi hanno subito conquistata. Ho avuto la fortuna di vederli preparare dal vivo e di scoprire le loro peculiarità. Le Raviòlas nella tradizione si preparavano per festeggiare i fidanzamenti come buon auspicio oppure per i battesimi. Si utilizza questo particolare attrezzo, chiamato Arduiro (lo vedete nella foto), sia per schiacciare le patate, sia come “spatola” per raccogliere le raviòlas e buttarli nell’acqua bollente. A seconda delle zone il nome può subire alcune varianti (infatti potete trovarlo scritto anche come Raviòles) e può cambiare anche il tipo di formaggio utilizzato nell’impasto o il tipo di condimento. Quelli che ho assaggiato in Val Maira (Agriturismo Al Chersogno) seguivano la ricetta tipica di questa zona che prevede l’utilizzo dei Toumin del Mel (Tomini di Melle). Il condimento per eccellenza è il burro di montagna.
Le Raviolas
Ingredienti:
- 1 Kg di patate
- 150 g di burro
- 300 g di “Tomini di Melle” stagionati
- 200 g di farina
- 100 g di grana grattugiato
- tre uova intere
- Sale
- Pepe
Preparazione
Far cuocere le patate da pelare in acqua salata. Si sbucciano calde. Una volta fredde si schiacciano e si impastano con la farina, l’uovo, sale e toma fino ad ottenere un impasto omogeneo. Quindi su di un asse infarinato si tira la pasta formando dei bastoncini della lunghezza di circa 4 cm. Si fanno cuocere in acqua bollente e quando le raviòlas cominciano a salire alla superficie, vuol dire che sono cotte. Si scolano e si dispongono in un vassoio e, se si vuole, si possono formare strati alterni di raviòlas e toma. A parte si sarà fatto friggere il burro che, quando è dorato, si versa sulle raviòlas, condendole con l’aggiunta di pepe.
Ma le raviolas cambiano anche forma a seconda della zona. Guardate come sono diversi questi che ci vengono presentati in questo video e scoprirete anche il movimento della mano (che è davvero velocissimo) per realizzarli! Eh sì, perché questi gnocchi non hanno bisogno della forchetta…
13 Comments
Che golosi! da provare!
Enrica sono buonissimi! Devi assolutamente provarli 🙂
che belle queste raviolas, non le conoscevo, e che bello il video, sentire questo patois occitano è come una musica….
grazie di cuore!
A me piace un sacco scoprire ricette e prodotti nuovi che non conoscevo… E poi vederli preparare e assaggiare sul posto, è tutta un’altra cosa 🙂
Sono un’appassionata di gnocchi ma questa versione non la conoscevo, hai messo anche il video doppiamente brava per il piatto e per lo spirito di condivisione. Ti abbraccio
Senza video non rende bene l’idea… L’ho trovato nelle mie ricerche dopo aver conosciuto questa ricetta. Davvero buonissimi!!
Devono essere veramente speciali! Brava.
Grazie Cecilia!
Meravigliosi, scioglievoli, chissà che profumino di montagna… Ho una passione per i formaggi, quelli buoni, e questi tomini stagionati devono essere superlativi! Bravissima Irene 🙂
Grazie Sara 🙂
E’ bello scoprire le mille varianti degli gnocchi presenti nelle varie zone della nostra penisola. Questi sanno proprio di montagna, ed hanno una forma particolare. Grazie per avermeli fatti conoscere!
Pensa che li ho assaggiati anche conditi con un filo di miele, molto particolari!
Belli e buoni, una ricetta da provare ma soprattutto gustare! 😛